Polemica post-regata alla LEI&LUI… forse troppa, forse sterile ma senza censura!
Carissimo Andrea, ho ricevuto questa tua mail stamani e mentre scrivo (sono le 22.00 passate n.d.r.) sono ancora indeciso se pubblicarla o meno:
Carissimo Attilio,
Ti giro la mia lettera di “esternazione” delle rimostranze per la regata Lui&Lei di domenica scorsa, inviata ieri al Circolo Erix quale organizzatore ed al relativo Comitato di regata, e ricevuta/letta dallo stesso nel pomeriggio di oggi, allla quale però al momento non ho avuto ancora riscontro alcuno.
Ti chiedo, se lo ritieni utile o opportuno, di darne pubblicazione o notizia o commento, come preferisci, sul blog di Acquadimare.net ; come vedrai nello scritto di seguito allegato, non sono uso a fare di queste cose, non ho mai fatto esternazioni di questo genere in tutti questi decenni di mia attività velica, ma la vicenda di domenica scorsa mi ha toccato a tal punto che sono stato spinto, forse per la primissima volta, a scrivere.
Grazie, a presto, tanti cordiali saluti, Andrea Porchera.
In cuor mio avrei voluto censurare alcune frasi, ma non voglio assumermi la responsabilità di snaturare il tuo pensiero.
Mi auguro che il Comitato Organizzatore o chi per lui, voglia risponderti, direttamente o qui su Acquadimare, sarò ben felice di dargli lo stesso spazio.
Visto che mi hai chiesto un commento personale, posso solo dirti che in questi giorni abbiamo pubblicato due racconti simpatici di Licia e Alessandra e queste tue considerazioni, del tutto personali, mi sembrano forse un pò troppo di parte. Questa tua acredine ti ha portato a scrivere alcune frasi un pò troppo forti e irriverenti nei confronti del Comitato di Regata (in mare è quello che decide) che, ti vorrei ricordare, secondo mamma F.I.V., ha dei precisi doveri da adempiere. Purtroppo quando si finisce fuori tempo massimo ci si rimane male, ne so qualcosa, a me hanno tolto diverse boe a pochi metri dall’arrivo. Ma ti posso garantire che anche perdere una regata perchè un Comitato ha soprasseduto sulle regole non è piacevole… e a me è successo anche questo!
In entrambi i casi, non per questo mi sono permesso di andare oltre, a parte qualche mala parola borbottata sotto voce… ma ognuno è fatto alla sua maniera.
Non voglio commentare oltre e lascio ai lettori di ACquadimare ulteriori commenti su questa tua, se non prima di aver chiarito che l’organizzazione della Regata LEI&LUI era a cura della L.N.I. Sezione della Spezia in uno con il Circolo Velico La Spezia e il Circolo della Vela ERIX.
Al Comitato organizzatore/di regata “Regata Lui&Lei” – C.d.V. Erix Lerici
Egregi Organizzatori e Membri del Comitato di regata della Regata Lui&Lei del 20 u.s., Vi scrivo per segnalare un epilogo ed un comportamento che ritengo non corretto nella gestione e nello svolgimento della regata stessa.
Anzitutto premetto, lungi da me con la presente volere adire a ricorsi formali o contestazioni ufficiali di sorta rispetto all’esito finale della regata; non sono mai stato attratto da cose di questo genere, per me le vicende sportive si concludono e si sono sempre concluse sui campi da gioco, perché di gioco si tratta e tale deve restare, ed ancor più nel caso della vela il tutto si dovrebbe sempre risolvere lealmente in mare ed una volta a terra si pensa ad altro e siamo tutti amici accomunati dalla stessa passione. Pertanto avviso da subito che rispetto pienamente tutti i risultati finali ed ufficiali della regata, come sono allo stato di fatto.
Però, dopo tantissimi anni di onorata carriera velica, mi trovo spinto, forse per la prima volta, ad esporre pubblicamente una profonda amarezza ed un triste rammarico per come sono andate le cose nella “regatina” di ieri, domenica 20 luglio.
Infatti ritengo che si trattava di una simpatica manifestazione domenicale, per stare un po’ in mare in modo insolito e divertente, condita con un pizzico di agonismo, niente più, niente velleità di agonismi estremi.
Tant’è che vi ho partecipato a bordo di un Meteor, imbarcazione la più piccola in mare per questa regata, di proprietà dell’associazione onlus Due Colori nel Vento, c/o Unione Italiana Cechi della Provincia di La Spezia, rivolta alla vela per ciechi ed ipovedenti, accompagnando in regata una appassionatissima velista cieca nonché presidente di detta Associazione.
Abbiamo preso parte alla regata con grande passione e divertimento, con impegno, ed anche quando le condizioni di mare e di vento si sono fatte più dure, grazie proprio al forte convincimento ed alla passione per la vela della persona disabile che era in barca con me, abbiamo unanimemente deciso di continuare e di non mollare; ché per un equipaggio come il nostro, con una piccola barca come la nostra, la grande vittoria sarebbe stata proprio quella di impegnarsi per concludere il percorso e di arrivare fino in fondo.
E così è stato: abbiamo compiuto l’intero percorso, abbiamo cercato di partire davanti senza rischiare troppo per l’incolumità della persona disabile che era a bordo, ci siamo divincolati tra i salti e buchi di vento del primo tratto, siamo usciti dalla diga del Golfo e preso il mare esattamente nel bel mezzo dell’intera flotta, abbiamo affrontato l’aumentare del vento e del mare ed i groppi di pioggia e raffiche nella bolina man mano che ci avvicinavamo al Tino, abbiamo girato la boa dell’area marina protetta lasciandola a sinistra come previsto, siamo ridiscesi con il vento sempre sostenuto ma più largo verso Lerici in direzione di quello che doveva essere l’arrivo ed un grande successo per l’imbarcazione dell’Asociazione dei velisti non vedenti, qualunque sarebbe stato il risultato in classifica, per il solo fatto di averci creduto, di essere andati oltre una disabilità e di non essersi arresi, proprio quando altri regatanti, per fortuna senza disabilità, si erano arresi e si erano dovuti ritirare.
Purtroppo così non è stato, avremmo tagliato la linea virtuale di quel nostro grandissimo successo di volontà, caparbietà, convinzione, circa alle ore 16,20 del 20 luglio 2014; ma il Comitato di regata aveva deciso di dare seguito alla rigida burocrazia delle istruzioni di regata, non tenendo conto di nessun’altra valutazione (orario effettivo di partenza posticipato, dimensione dell’imbarcazione, condizioni meteo avverse…) niente, e ci siamo visti portare via davanti agli occhi quella boa arancione che segnava il punto finale della nostra piccola grande impresa di quella giornata.
Il comportamento così tenuto dal Comitato di regata non credo sia stato all’altezza e soprattutto ritengo che non sia stato rispettoso di chi in mare c’è stato, c’è stato fino in fondo e ha sofferto “tenacemente” per cercare di arrivare alla fine. Tale comportamento ha lasciato trapelare una certa tracotanza e protervia, o forse peggio superficialità, nel gestire, e forse giudicare, tutti quanti erano in mare ieri.
Se si organizza una regata aperta a tutti i cabinati e/o barche a chiglia, grandi, piccoli, vecchi, nuovi, moderni, antichi, ecc…, secondo un nobilissimo e pregevolissimo spirito decubertiano: di più ampia partecipazione, di condivisione e di promozione dei piaceri e delle gioie della vela, poi però non si può alla prima difficoltà tenere di conto solo di chi più veloce, perché più moderno e più grosso, era un po’ più avanti e poi sbaraccare tutto, lasciando i più piccoli in mezzo al mare abbandonati a se stessi, senza comunicazioni ufficiali, ed anzi con comunicazioni sul canale vhf di regata contradditorie e confuse, come quella per cui in un primo momento erano state date disposizioni per una riduzione alla boa al Tino.
Posso comprendere che lo sviluppo delle condizioni meteo nel corso della giornata abbiano forse colto di sorpresa e si siano rivelate difficoltose oltre misura anche per un Comitato di regata, suo malgrado, magari non perfettamente e completamente attrezzato; però ciò non può fare venire meno il doveroso rispetto marinaresco, ancor prima che sportivo, per chi era in mare, grande o piccolo che fosse, e ci è rimasto fino alla fine senza mollare, vedendosi sbaraccare sotto il naso la linea di arrivo.
Mi si dirà, ovviamente, che il tempo limite era tale ed unico per tutti ed era scritto chiaramente nelle istruzioni di regata; anche se si può ribattere che nelle istruzioni di regata era scritto altrettanto chiaramente che la partenza era ad un orario ben preciso e che invece l’effettivo tempo di partenza è stato dato ben 1 ora e oltre 20 minuti dopo e che parimenti nelle istruzioni di regata era scritto che oltre un certo orario non si poteva dare la partenza, mentre la partenza effettiva è stata data diverse decine di minuti dopo tale limite.
Ma non voglio stare qui a fare batti e ribatti, spero solo che questa mia esternazione possa per un attimo fare riflettere sull’accaduto, possa essere utile per le esperienze future di questo tipo ed apra una vista sulla giornata di mare di ieri anche da una prospettiva diversa e forse non usuale.
Nella speranza di un vs. eventuale riscontro e soprattutto di rivederci presto in mare presto, cordialmente,
Andrea Porchera.
Giusto per chiarezza ho riletto le Istruzioni di Regata e non mi sembra aver trovato traccia di quanto affermi quando dici: nelle istruzioni di regata era scritto che oltre un certo orario non si poteva dare la partenza, mentre la partenza effettiva è stata data diverse decine di minuti dopo tale limite.
Lascio ai partecipanti commentare il tuo “regatina”… a me ha fatto veramente girare i cosidetti!
Attilio COZZANI
Amministratore del blog ACquadimare.net
Tanto dovevo a Zezigioia poichè abbiamo “combattuto” una parte del percorso insieme ed abbiamo oggettivamente constatato che questa barca è stata ben condotta. Pertanto, pensando a queste “barchette”, sarebbe opportuno, nelle prossime regate, concedere un’ora in più sul tempo limite, richiesta già espressa da me alcuni anni fa.
Ciao Andrea,
Permettimi di condividere con te, con voi, un pensiero.
Il valore della competizione di domenica non era tanto arrivare o vincere, quanto la partecipazione. Bello condividere poi quanto è successo, durante la premiazione o dopo su Acquadimare. Il vero tesoro di domenica sono le nostre emozioni, perché non immortalare anche le vostre? Scriviamo insieme un brano, se vi va, per raccontare la vostra giornata, per creare una fotografia fatta di parole che renda eterno tutto quello che avete sentito, provato e vissuto durante le ore trascorse in barca.
Un abbraccio.
Licia
tutto bello, tutto vero, delusioni che abbiamo provato, basta mollo tutto, la settimana dopo ti ritrovi sulla linea di partenza.
Caro Andrea
ti scrivo ricordando la piacevolissima regata ‘Lady Cup’, dove ho partecipato insieme a tante amiche, tra cui anche la velista non vedente che era con te domenica. Durante il briefing Attilio aveva segnalato la barca delle veliste non vedenti, e aveva raccomandato attenzione nei loro confronti. Una ragazza aveva replicato che era stata lei ad insegnare alle ragazze ad andare in barca, e che no, non occorrevano degli accorgimenti particolari, perché le ragazze erano in grado di gestire perfettamente la barca e di condurre la regata senza problemi.
Sulle prime sono rimasta un po’ stupita: ho pensato che questa uscita fosse stata piuttosto aggressiva, ora pero’ rileggendo la tua lettera sono convinta che sia stato centrato esattamente il punto: perché una persona disabile desidera praticare sport, superare barriere, affrontare e gestire i propri limiti? Per sentirsi normale. Per sentirsi piu’ possibile uguale a tutti gli altri. E allora che senso ha fare un’eccezione ad una regola? Al contrario, sarebbe servito solo a porre un accento non necessario su quella disabilita’ dalla quale la brava velista cerca di affrancarsi.
Questa e’ la mia idea.
(E sono comunque convinta che il Comitato abbia fatto un lavoro meraviglioso, come al solito)
Buongiorno a tutti,
in riferimento allo scritto di Andrea, che da vedente può aver interpretato in maniera troppo protettiva la situazione, infatti qui non si tratta di avere agevolazioni particolari, perchè da parte mia c’è stata determinazione e soddisfazione, e tanta arte imparata.
In tutta questa situazione l’unica cosa veramente importante per me è una domanda che continua a girarmi in testa e a cui vorrei che qualcuno mi rispondesse: è di prassi o è libero arbitrio del comitato decidere che una regata che doveva iniziare alle ore 13 e finire entro le 16, ma iniziata invece ben oltre le 14.30 per ovvi motivi, mantenga come orario ultimo finale quello stabilito in precedenza?
Grazie Monica
Io sono sono pienamente d’accordo con quanto scritto da Gagna, inoltre volevo aggiungere un paio di cose, la prima è che mi sembra poco rispettoso nei confronti di chi l’ha organizzata chiamarla “regatina” , la regata è stata faticosa per tutti (barche grandi e piccole) e inoltre un’altra quindicina di barche sono arrivate fuori tempo massimo, e si ci rimani male, però se queste sono le regole del gioco è giusto così.
Secondo me c’è da ringraziare il Comitato per la bellissima regata.
Ciao Attilio (ché conosco) e ciao Andrea … ho letto il tuo racconto molto coinvolgente e pieno di passione. Come commenta Attilio a tutti i buoni velisti è capitata qualche beffa riguardo il tempo limite…. io c ho preso diversi “overall” tra cui un trofeo Marcegaglia dove l unica barca ché tagliò in tempo fu un 50 piedi e noi col mini fuori tempo max per tre minuti dopo 2 gg di regata.
Cosa resta allora ? … resta la tua impresa, resta la tua bravura e ostinazione nel non mollare, resta l amore per le barche piccole. I giudici , le boe , i tempi limite, i compensi, lasciali a chi sa vivere solo di quello. .. A noi restano e piacciono le imprese e le storie belle come la tua. ( Per & Liska)
Caro Pek, (che conosco), hai centrato il punto quando dici:
in effetti se questa storia fosse stata raccontata così com’è sarebbe una bella storia, bella veramente. Il problema che non capisco è questo accanimento contro persone (leggi Comitato) che fanno un lavoro difficile. Credetemi se vi dico che non c’è stata tracottanza o protervia, o forse peggio superficialità, (usando le parole di Andrea). C’è stato un giusto rispetto delle regole, regole che ogni volta ci accompagnano in questo splendido gioco che è la vela, regatona o regatina che sia.
Ciao a tutti,
avendo partecipato alla regata mi permetto di aggiungere due parole semplici semplici.
Il comitato all’arrivo ha fatto un lavoro egregio, ha seguito le fasi della regata sempre presente e sono assolutamente d’accordo che le regole sono regole e non possono essere interpretate altrimenti si entra nel campo del soggettivo e si ottiene il caos… Al contrario questo episodio dev’essere un esempio per cambiare le regole sbagliate in futuro, dando come tempo limite ad esempio 2h e 30′ dalla partenza invece di un orario fisso niente di troppo complicato no?
Quello che mi sorprende é che nessuno parla del vero errore del comitato di regata (di partenza, non di arrivo!), un errore bello e buono… si sono persi il conto dei minuti in partenza… ai 5 bandiera di classe, ai 4 viene data la india… all’1 non viene dato niente, allo 0 viene ammainata la india e al -1 viene ammainata la bandiera di classe con tutti giá partiti… devo dire una cosa sola: mi hanno insegnato a guardare le bandiere, che contano solo quelle e purtroppo le ho viste… dico purtroppo perché ero riuscito con grande fatica a posizionarmi sulla linea col tempo giusto, ma quando mi sono reso conto che per il comitato c’era un minuto in piú ho dovuto cercare di rallentare, il che ha significato lasciare il timone, lascare, fermarmi etc, mentre tutti o quasi non accorgendosi di cosa accadeva sono partiti ed il tutto é stato dato buono… per l’amor del cielo, la regata doveva essere secondo me un giro piacevole piú che un evento agonistico ed é stato giusto lasciar correre e per quanto mi riguarda pazienza, peró che brutto minuto che ho trascorso…
ciao a tutti
Fred
Carissimo figlio e carissimo Comitato: “le regole di regata sono regole ” come tali vanno rispettate da tutti, regatanti e ufficiali di regata. Se gli uni (regatanti) o gli altri (uff. di reg.) non lo fanno esistono le “proteste”. Quindi l’equipaggio che si ritiene penalizzato, perchè una norma non è stata rispetata DEVE dico DEVE protestare secondo la normativa vigente. Poi una giuria per le proteste emettera un giudizio a sua volta appellabile ecc. ecc. ecc. Quanto sopra (purtroppo) è la fredda impersonale legge dei regolamenti. Invece molto appassionante, molto bello, molto amore, molta voglia di questo meraviglioso sport della vela scaturisce dalla lettera di Andrea, dalle risposte di Attilio e da tutti i commenti che voi, solo voi popolo dei regatanti sapete dare al nostro (dico nostro ) mondo di velisti ! Discutete sempre polemizzate sempre ma andate a vela sempre. (grazie per l’attenzione ) buon vento a tutti.
ps: ho scritto ora perche solo oggi ho potuto leggervi.