La Spezia, 3 aprile 2019 - articolo di Attilio Cozzani
Leggendo sul web mi è capitata tra le mani una notizia fantastica che parla di ambiente.
Il progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti «Il Po d’AMare», uno dei primi al mondo, funziona!!!
Ma di che cosa si tratta?
Si tratta di un dispositivo (Seasweeper) con barriere in polietilene galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume e che prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti nelle acque fluviali, selezionare i vari tipi di plastiche ed avviarle al riciclo.
Piccole barche «Sea hunter» raccolgono i rifiuti, in prevalenza plastica, materiali legnosi e canne, e li portano a riva. Da qui vengono trasportati presso l’impianto dove avviene una prima selezione, fra la plastica da riciclare e la frazione non riciclabile. La plastica viene poi inviata al centro di selezione capace di trattare questi rifiuti.
Bello no? Anche i nostri fiumi (il Magra, il Vara e i loro affluenti) portano in mare tonnellate di rifiuti, perchè non sfruttare questa risorsa già funzionante e provare a renderla operativa anche da noi?
Purtroppo abbiamo il problema della legna, tanta, troppa, che durante le fiumare viene trasportata in mare ma studiandoci sopra potremmo arrivare ad un giusto compromesso. Come dice un caro amico naturalista “una buona percentuale della legna che troviamo spiaggiata é composto da tronchi e rami tagliati abbandonati in prossimità dei rivi tributari di Vara e Magra.. .. dunque é imperativo in primis evitare tale pratica insensata.” insomma, prevenire è meglio che curare e aggiunge “sugli arenili troviamo anche alberi interi con tanto di apparato radicale. In generale consiglierei un’attività di recupero per le grosse pezzature per lavori di bassa falegnameria (pancali ect.) mentre la piccola pezzatura potrebbe essere ridotta in riccioli da mixare alla frazione organica dei rifiuti al fine di conferirgli una struttura e facilitare il processo aerobico“.
Per bloccare gli ‘alberi interi con tanto di apparato radicale’ si potrebbe studiare un sistema a monte che li intercetti prima di arrivare a danneggiare il dispositivo (Seasweeper).
Insomma. c’è tanto da fare, ma dalle parole sarebbe bello passare ai fatti.
Cari Sindaci e Assessori Regionali, cosa aspettate? Invece di spendere migliaia di euro nella pulizia delle spiagge, perchè non mettere a regime questo sistema? Oltretutto potrebbe dar lavoro a parecchie persone.
Magari funziona…
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