Il rosa dell’Ammiraglio Francese
articolo di Licia Bologna addetta stampa Vele Rosa Sailing Team
Viareggio, 7 maggio 2011, sono le 10 della mattina, le VeleRosa arrivano alla spicciolata, appuntamento 10:45 su Coconut, il rosso M37.
Ciò che le aspetta è una regata di 56 miglia, partenza da Viareggio ore 13:00, rotta sul Tino, una grande boa da lasciare a sinistra, poi direzione Livorno per girare lo Ship Light e dirigersi al cancello di arrivo davanti a Marina di Pisa.
In questo tipo di regate occorre organizzarsi per le lunghe ore in barca, per la notte, per le diverse condizioni meteo che si potrebbero presentare, fondamentale è la scelta di indumenti, cambusa, turni e accessori vari.
In banchina l’armatore Francesco Sodini raggiunge il team per un saluto prima di mollare gli ormeggi, non parteciperà alla regata, al posto suo un regatante esperto, Enrico Bandiera (il Bandi) di Coconut Sailing Team, ma anche un amico delle VeleRosa da molti anni.
Alla partenza il vento leggero viene da ovest, le VeleRosa puntano l’isola del Tino con una rotta lontana dalla costa, è un déjà vu, assomiglia molto alla regata dei cetacei di inizio aprile.
Questa volta però, l’arrivo al faro è in pieno giorno e la rotta impone di rimanere vicino alle scogliere, soltanto un attimo per guardare il rosso della casa del guardiano, il verde intenso delle pinete, il bianco della roccia che graffia il blu del cielo, soltanto un attimo per seguire il volo dei gabbiani, poi le ragazze iniziano con le manovre per l’issata di spi.
Il vento beffardo, soffia lieve e gira per sfiorare la prua di Coconut costringendo ad ammainare lo spi bianco e a cercare di far correre la barca in tutti i modi.
Con l’aiuto dei preziosi suggerimenti del Bandi, che conosce molto bene l’M37, si cambiano le vele, randa e fiocco sono regolate maniacalmente senza tregua, la distribuzione dei pesi è sempre controllata con precisione, è una continua ricerca del miglior assetto per far correre il più possibile la barca.
La bolina continua, anche il sole si è stancato del debole vento e abbandona un cielo rosso di rabbia che lo spicchio sottile di luna non riesce ad illuminare.
L’equipaggio, anche se provato dalle fatiche del Pirelli, non si perde d’animo, il buon umore e la voglia di dare il meglio di sé non l’abbandona. Nel crepuscolo si riesce addirittura ad issare una veletta in testa d’albero, che acrobaticamente interviene e nel giro di pochi minuti ritorna in pozzetto.
Ancora bolina in un flebile alito umido di mare, le luci della costa si mescolano alle stelle, nel buio talvolta trapassato da enormi stelle cadenti.
Sempre bolina, ma all’orizzonte iniziano a intravvedersi le Secche della Meloria nei primi bagliori argentei di un sole che sembra voler spuntare dalle montagne.
Incessantemente bolina di un’aurora infinita, le VeleRosa sono in falchetta, davanti a loro il profilo scuro della Ship Light nella luce che si fa sempre più intensa, in lontananza gli avversari sono lame scure d’acciaio che avanzano allineate tagliando le onde, sezionando l’aria.
Poi, finalmente, ritorna l’abbraccio caldo del sole e si scorge la boa del cancello di arrivo davanti a Marina di Pisa.
Ormai è giorno quando le velette esplodono in urla di gioia al traguardo, questa lunga, difficile ed estenuante corsa è finita, le VeleRosa sono sul podio.
Grazie a Francesco per aver reso possibile questa nuova avventura e ad Enrico per aver consigliato e supportato le VeleRosa durante le lunghe ore di regata.
Come sempre, più le sfide sono impegnative, più è dolce il sapore delle piccole grandi vittorie.
Guardando la coppa il pensiero non può che volare alla veletta che, poco distante, sta vincendo un’importantissima prova, benvenuta Anna… questa volta l’hip hip rosa, è per te!
Le sorprese non mancheranno prossimamente, quindi semplicemente… “Stay tuned, stai con le VeleRosa!!!”
<acquadimare.net riceve e pubblica questo testo, pertanto non si assume alcuna responsabilità a proposito delle informazioni fornite >