LE DONNE DEI VELISTI…
La Spezia, 5 marzo 2015 articolo di Patrizia (la donna di un velista)!
La barca a vela…oggetto di desiderio, di amore, di passione, ma anche di insofferenza, odio e financo di gelosia.
Insofferenza, odio e financo gelosia?
Ma che discorso è mai questo? Cosa intende dire questa, che si arroga il diritto di attribuire sentimenti così diversi e addirittura antitetici tra loro, a chi si è avvicinato ad un mondo fatto di ali colorate che assecondano o contrastano il vento e le onde, piene di spruzzi candidi e di suoni fruscianti, di riflessi di scaglie di sole o di nembi minacciosi, forieri di raffiche insidiose ed improvvise?
“Questa” è una donna. Avete mai pensato a cosa anima i pensieri e i sentimenti di una donna, che come moglie, compagna o fidanzata vive accanto ad un Velista? E non a caso ho scritto Velista, con la V maiuscola!
C’è chi subisce passivamente la passione del partner per amore o per amore di pace, chi cerca di contrastare l’impegno totalizzante, che genera domeniche o interi week end passati nell’attesa del rientro del compagno, più o meno disponibile e sereno, a seconda dell’andamento della prima bolina, della seconda poppa o di quell’incrocio forzato, proprio mentre la prua, per un soffio, sopravanzava quella degli storici rivali.
C’è anche chi, come me, ha capito che l’opposizione ad una passione così radicata, si sarebbe ritorta a danno del rapporto affettivo e della vita in comune: non si può lottare contro di lei, la “barca da regata”! Lo sguardo triste e nostalgico, volto al mare e a qualsiasi tipo di imbarcazione lo solcasse, i silenzi malinconici, che segnavano lo scorrere delle ore in cui le barche si contendevano la vittoria nelle acque del nostro Golfo, mi hanno reso consapevole di quanto fossero ingiuste e forse anche “crudeli”, le mie pressanti lamentele domenicali… non potevo chiedergli un sacrificio così grande, se davvero lo amavo. Il mio amore per lui doveva comprendere anche l’amore per la vela. Faceva parte del pacchetto!
E’ stato così, prima per forza di volontà, poi piano piano per vero interesse. Il contagio infine ha avuto la meglio e ora la Vela è diventata la nostra passione, condivisa nel profondo del cuore, uscita dopo uscita, regata dopo regata… fino ad oggi, fino a domani, quando il Campionato Italiano si giocherà nel nostro mare! Dalla quiete lacustre, talvolta interrotta da minacciose buriane, inattese da chi il lago non conosce, che scendono improvvise dalle montagne incombenti, di manzoniana memoria, dal verde tenero di prati erbosi declivi fino a lambire piccole onde, passeremo ad una costa che, erta, scoscesa, sassosa e ruvida, precipita al mare, subito blu e profondo, davanti al promontorio di Portovenere, che introduce alle Cinque Terre famose nel mondo, Patrimonio dell’Umanità. Ingentiliscono un paesaggio che, altrimenti, apparirebbe inospitale ed ostile, i cespi dei fiori gialli delle ginestre e della rossa valeriana, intervallati dalle profumate e multicolori violaciocche, fiori selvatici e profumati, che macchiano di colore i costoni precipiti fino alle lucenti scaglie del mare. E, ancora, radi ciuffi di mirto, di cisto e di lentisco, fanno da contrappunto a folti pini e lucidi lecci. Così siamo un po’ noi Liguri, come la nostra terra: decisi, dal carattere forte, scontroso, famoso per il “mugugno”, ma rocce davanti alle difficoltà, capaci di tenerezze e di slanci di generosità, come i fiori selvatici e profumati, cresciuti su strapiombi che precipitano fino al fondo cobalto del nostro mare.
Ma ora bando alle romanticherie! Torniamo al Campionato!
In queste settimane, che ci separano dall’inizio della Grande Avventura, telefonate, SMS e mail iniziano a susseguirsi, intersecandosi in cieli diversi, mettendo in contatto località, in cui l’acqua, il vento, le vele fanno parte del DNA, il Lago Maggiore, il Lago di Como, Trieste, Chioggia, La Spezia, mostrando che, quando una passione accumuna gli essere umani, la distanza geografica si annulla con estrema facilità. I giorni passano con un crescendo di ansiosa attesa del momento in cui si passerà alla fase operativa.
Alla fase progettuale e teorica, quindi, farà presto seguito la realizzazione di un piano strategico, che prevede l’instaurarsi di un clima di affiatamento, di sincronismo nell’azione, di condivisione di intenti all’interno degli equipaggi, prossimi a misurarsi con se stessi e con gli avversari.
Dunque l’adrenalina cresce di pari passo con l’autocontrollo, malcelata però in uno sguardo più rapido, in un gesto più frenetico, in un commento più teso.
Bene, detto ciò però c’è da aggiungere che, a vivere le ansie, le speranze, le paure, i progetti, i contrattempi dell’equipaggio della nostra amatissima “Sesta Galla”, c’è una quarta persona, definita dai tre nostri eroi, Biagio, Fabio e Francesco, “ addetta alla logistica”, bontà loro!
Visto però che la quarta persona sono proprio io, Patrizia, la compagna di vita di Biagio, voglio spendere due parole per raccontare cos’è un’esperienza come questa, dal punto di vista di chi ci mette comunque il cuore, ma poi, nei momenti più esaltanti, deve accontentarsi di guardare, attraverso le lenti compiacenti di un binocolo, la realizzazione di ciò di cui si è a lungo parlato, discusso, progettato insieme. L’ansia, che non è condivisa da vicino, sul campo, implode; gli sproni e gli incitamenti, strozzati nella gola, non arrivano alle orecchie di chi in quel momento è in prima linea. Da terra le vele gonfie di vento appaiono come formiche che, per giungere alla meta, si snodano ora in fila, ora in piccoli gruppi, ora in lotta per sorpassarsi. Gli spinnaker colorati, simili ad un vezzo di perle multicolori spezzato da una mano distratta, sollecitano scatti di foto da mostrare ai regatanti al loro arrivo.
Le lunghe attese in solitudine , da parte di chi è solo spettatore, del rientro di chi ha agito da attore sono pause di sospensione del respiro, che si scioglie e torna libero solo quando le prue si rivolgono ai moli, vuoti e addormentati dopo il loro allontanarsi, ma brulicanti di vita, di voci gioiose, di squillanti risate, di sonori “sfottò”, subito dopo l’accostarsi delle imbarcazioni di ritorno dalla loro sfida.
Quando i tuoi “eroi” volano davanti, si cimentano in una strambata esemplare e tagliano il traguardo tra i primi, be’ allora capisci cosa intendeva Saba quando scriveva questi versi della poesia “Goal”
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte (*)
.(*) http://www.parafrasando.it/POESIE/SABA_UMBERTO/Goal.html
Io non sono un portiere, né per formazione né per struttura fisica, ma posso assicurare che per sentimenti mi identifico in lui nel profondo…
Essere la donna di un velista, quando si condivide la passione, è un’esperienza davvero speciale al di là del risultato sportivo, speciale per gli stati d’animo e i sentimenti che suscita, in particolare il senso di appartenenza e di complicità dettato dal sentirsi parte di un gruppo molto coeso, quello della flotta Meteor. Il clima che si respira è un insieme di goliardia, di condivisione, di compartecipazione serena e di collaborazione.
Quando anche questo 42° Campionato sarà concluso, al vuoto pneumatico che fa seguito alla fine di un evento impegnativo e totalizzante (Mi tornano in mente gli esami di maturità o universitari del mio lontano passato),farà seguito la necessità di riprogrammare la vita su altre mete, su traguardi futuri , su altri sogni da realizzare. Intanto, piano piano tutto il vissuto dell’esperienza appena fatta si trasformerà in ricordi. L’evento che ci avrà visti protagonisti, nei vari ruoli, diventerà più sfuocato nei dettagli, con lo scorrere del tempo, ma resterà indelebile negli stati d’animo, nelle emozioni e nei sentimenti che lo hanno alimentato.
Care “amichecompagnedivelisti” provateci anche voi! Sarà un surplus di entusiasmo che pervaderà il vostro rapporto d’amore!
Grazie Grande Meteor!
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Ben fatto Patrizia,
quando le nostre fidanzate, mogli, compagne e sorelle non fanno parte attiva dei nostri equipaggi sono sempre e comunque un elemento fondamentale ed insostituibile dei nostri team
quando correvo con Nessun Dorma Dinghy 12 piedi Elena si era inventata un fan club composto anche dalle mogli e compagne dei miei avversari …… :-)