Le Grazie, la baia dove i sogni diventano realtà…
Le Grazie di Portovenere (SP) – articolo di A.Cozzani
Sappiamo tutti che la vela e la nautica nel Golfo dei Poeti non sono legati solamente all’andar per mare. Prima di arrivare a toccare l’acqua, una barca, che sia a vela, a remi o a motore, ha bisogno di essere sognata, disegnata, costruita. Ed è proprio a Le Grazie che, rinnovando una tradizione di oltre cent’anni, un amico, un velista, un amante del mare, ha voluto mettere in pratica un suo piccolo sogno. Lasciamo a lui, Massimiliano D’Elia (per gli amici ‘Max’) attuale Presidente della sezione Vela della Soc.Sportiva Forza & Coraggio, il racconto di questo sogno, sperando che un giorno diventi sempre più grande e che coinvolga sempre più appasionati del mare.
«La prima idea di far costruire un barchino a vela nelle scuole è parecchio che mi frulla in testa e, dopo la manifestazione Sulla Rotta di Imperia 2010, parlando con Ornello Ferraresi, ho constatato che avevamo la stessa aspirazione: diffondere l’amore per la vela nelle nuove generazioni. La realizzazione di un simile progetto non è affatto semplice, servono risorse finanziarie, spazi giusti, un Preside che capisca l’idea, un Professore disposto a sacrificare un anno di lezioni per realizzare la barca. La Scuola Media Giovanni Di Giona delle Grazie è la candidata ideale per cui dopo i colloqui preliminari con il docente, Arch.Diego Guardavaccaro, e il preside, Dott.GianCarlo Beretta, si inizia a cercare uno spazio adatto, individuato in un’aula nella sede delle scuole elementari; per la costruzione il docente ritiene di optare per le classi di terza media, così da poter poi presentare il progetto anche in sede d’esame. Scelta la barca da costruire e sviluppato il progetto inizio a pensare al legno, e il referente ideale è Piero Rao, della Rao e Sartelli, che dopo aver sentito l’idea ha deciso di regalarci il legno occorrente per la costruzione, quindi un grandissimo rigraziamento a Piero e alla sua passione. Dunque avevamo il legno, lo spazio e il progetto ed a gennaio abbiamo iniziato. Ornello ha costruito un modellino smontabile di 50 cm per far capire ai ragazzi cosa avrebbero costruito, e il professore ha iniziato a far tracciare il progetto sui pezzi di legno da tagliare. Ci siamo alternati, affiancando il docente, per insegnare ai ragazzi i rudimenti delle costruzioni in legno; nelle mattine di lezione abbiamo fatto tracciare, segare, incollare, avvitare, carteggiare, pitturare. Un ringraziamento anche a Graziano Tonelli e Nino Coluccia che ci hanno sostituito quando io e Ornello eravamo impegnati, prefigurando un ulteriore sviluppo di questa meravigliosa idea, cioè un coinvolgimento di tutti gli appassionati e competenti di arte navale di tutto il paese delle Grazie, senza tralasciare l’indispensabile aiuto del Cantiere Navale Valdettaro.»
Questo il commento di Massimiliano, al quale vogliamo aggiungere una nostra personale osservazione:
Purtroppo il poco tempo libero che ci ritroviamo a gestire, ci fa dimenticare tutto il lavoro che stà dietro una barca, che sia un guscio di noce od una splendida nave, devi prima sognarla, pensarla e poi realizzarla. Con questo lavoro, Massimiliano, hai contribuito a riempire con una piccola goccia il mare della conoscenza di questi giovani ragazzi. La speranza è che questo resti impresso nella loro memoria per gli anni a venire e che magari, un giorno, li faccia diventare creatori di sogni sempre più grandi!
Grazie Max!
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ma guardavaccaro è quello dei quadri? spero che come architetto sia meglio che come pittore.
Per max. Penso semplicemente che dovresti avere maggiore rispetto per quello che le altre persone fanno nella loro vita.