L’Everest della vela…
Les-Sables-D’Olonne, 5 novembre 2016 – articolo del nostro inviato speciale Giulio Eusepi
Cos’è che ha spinto l’uomo a volare sulla luna? O a scalare le vette più alte dell’Hymalaia e a esplorare le profondità della fossa delle Marianne? Le stesse passioni, gli stessi bisogni di scoprire e di confrontarsi con se stessi e con la natura che hanno spinto spingono 29 marinai a partire domani (domenica 6 novembre) per l’Everest della vela: il giro del mondo in solitario senza scalo e senza assistenza. In poche parole, il Vendee Globe. E qui a Les-Sables-D’Olonne, il porto in Vandea da cui parte la regata, l’aria che si respira è frizzante e carica delle emozioni che circondano un evento di questa portata. Dall’apertura del villaggio alle 8.00, accompagnata dagli sbadigli dei vari membri dei team che salgono sulle varie barche per le ultime messe a punto, alla musica e alla festa che la sera va avanti fino all’una di notte, passando attraverso la moltitudine di persone (800 mila visitatori in 2 settimane, un milione atteso per la partenza) in visita durante la giornata, le conferenze stampa e le interviste degli skipper, i bambini delle scuole in gita e tutto il movimento tra i vari stand, tutto freme, in attesa della partenza della Regata (con la R maiuscola). L’aspetto bellissimo di questo evento è che ognuno ha la sua storia e sono tutte particolari e diverse tra loro. Ci sono professionisti, super competitivi, con i mega sponsor e le barche nuove, ci sono ricchi imprenditori che vogliono coronare il sogno di una vita, ci sono giovani skipper con budget “limitati” ma con passione illimitata, in cerca di avventura. Indubbiamente, tutti grandissimi marinai. Anche le barche sono molto diverse tra loro, all’interno dei limiti della “box rule” della classe, ma comunque tutte stratosferiche. E sono tutte piene di soluzioni e stratagemmi, per l’ottimizzazione delle manovre e della navigazione, talmente semplici e geniali che viene da chiedersi perché non siano applicati universalmente anche nel diporto, invece di restare sempre legati ai metodi tradizionali. Tra lo skipper più giovane e il più vecchio ci sono più di 40 anni di differenza, e tra la barca più recente e la più vecchia quasi venti. Ce n’è veramente per tutti i gusti. Ed è per questo che secondo me, un vero appassionato di vela dovrebbe venire alla partenza di una regata del genere almeno una volta nella vita.
Bon vent et bon Vendée a tous!
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È vero, almeno una volta nella vita bisogna assistere e respirare l’aria di quel posto.Sicuramente si ritorna arricchiti.