L’IMPORTANZA DELL’ORDINE
La Spezia, 9 settembre 2016
Ciao Attilio, ti scrivo per informarti di un mio nuovo progetto: sto organizzando una attività di sail coaching; per il momento ho creato una pagina fb, la trovi come Luca Sail Coach (dacci un’occhiata e fammi sapere che cosa ne pensi, mi raccomando).
Beh, che dire Luca, intanto la condivido con gli Amici di Acquadimare, sentiamo cosa ne pensano loro!
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Brescia, 25 agosto 2016 - articolo di Luca Zuklic alias Luca Sail Coach
Lo ammetto: nella vita privata tendo ad essere piuttosto disordinato. Ma quando salgo su una barca, cerco di lasciare a terra questa caratteristica allo stesso modo in cui lascio in banchina le scarpe con le suole sporche.
Nella foto, sto sistemando le drizze della randa su una barca d’epoca. Sì, LE drizze: trattandosi di randa aurica ne avevamo una per la gola ed una per il picco; due simpatiche “cimette” da mezzo pollice, lunghe ciascuna fino quasi 100 metri!. Si direbbe un lavoro da ultimo dei mozzi (e probabilmente lo è), ma anche un piccolo pasticcio nel farlo avrebbe potuto mettere nei guai la barca – e la salute dei miei colleghi di equipaggio…
Ora, non tutte le barche sono così “critiche” su questa faccenda, un piccolo monotipo sicuramente ha quelle poche decine di metri di code varie, tra scotte, drizze e manovre. Tuttavia è fondamentale rispettare sempre la regola del massimo ordine a bordo.
Ecco, tra le prime cose che mi vengono in mente, alcuni suggerimenti utili:
1) Ognuno a bordo, in base al suo ruolo, dovrebbe essere responsabilizzato per quanto riguarda l’ordine della sua area di competenza. Ad esempio, i tailer per i circuiti scotte di prua, il randista per la scotta ed il carrello, il prodiere per le teste delle drizze e la piegatura delle vele di prua, eccetera.
2) Oltre a questo, ci dovrebbe essere una persona che funga da supervisore per l’ordine in coperta e per il corretto stivaggio/posizionamento di tutto quanto c’è in barca. Solitamente, la persona più indicata a ricoprire questo ruolo è il dirizzista oppure, se c’è, l’uomo all’albero.
3) L’equipaggio, in base alle indicazioni del nominato supervisore, dovrebbe mettersi d’accordo su un metodo “standard” e noto a tutti a bordo per sistemare (addugliare) drizze, scotte e quant’altro. Ci sono vari metodi per sistemare le cime, e non ce n’è uno migliore degli altri; l’importante è che chiunque metta mano ad una scotta o drizza deve sapere come è stata richiusa e come aprirla senza imbrogliarla.
4) Regola d’oro per le drizze: capita che la testa vada spostata da un punto all’altro della barca (ad esempio dal piede dell’albero alla prua o viceversa); la procedura dovrebbe sempre essere “Stacca drizza – guarda cosa diavolo succede sull’albero quando la muovi – riattacca drizza”. Generalizzando per le altre cime e attrezzature, il principio fondamentale è che chiunque tocchi qualcosa a bordo, anche solo per spostarlo di pochi cm, deve SEMPRE sincerarsi degli effetti che ha prodotto sulla barca; e se ha dei dubbi, non deve tenerseli per sé ma farli presente agli altri membri dell’equipaggio (ovviamente al momento opportuno, quando non ci sono priorità più impellenti, e non durante un giro di boa od un ingaggio concitato!)
5) “Se l’hai preso da lì, dopo che l’hai usato rimettilo LI’!”. Ognuno dovrebbe sapere dove si trovano le cose che possono servire in regata o navigazione (i rotoli di nastro adesivo, i pezzi di rispetto, gli attrezzi, i salvagenti, il vhf, eccetera); addirittura sarebbe consigliabile creare una “mappa” dei vari gavoni e stipetti da porre in bella vista, oppure scrivere su un pezzo di nastro carta il contenuto di quel dato stipetto e appiccicarlo ad esso. Altrettanto fondamentale, però, è che chiunque prenda qualcosa poi dovrebbe rimetterlo esattamente lì dove l’ha trovato e non iniziare a fare altro prima di aver eseguito questa operazione.
6) Gli effetti personali non dovrebbero mai mischiarsi con le dotazioni di bordo. Lasciare in giro per la barca stivali, cerata, occhiali eccetera, oltre ad essere poco decoroso e poco rispettoso dei propri colleghi, rischia di aumentare il livello di caos – e le perdite di tempo per la “caccia al tesoro” tipiche di molti doporegata…
Servirebbe designare un’area zaini/effetti personali (ovviamente, per barche da regata, compatibile con la distribuzione dei pesi di bordo), e tutto ciò che appartiene a questa categoria deve rimanere confinato lì. A proposito: sarebbe anche utile che l’equipaggio si metta d’accordo prima di salire in barca su cosa ognuno si deve portare, cosa può portare e cosa invece proprio non può.
L’esperienza poi aiuterà ad automatizzare i processi e minimizzare gli imprevisti ed i “pastrocchi”, ma iniziare a rispettare alcune facili regole di buon senso vi risparmierà da grattacapi tutt’altro che simpatici…
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AMICI DI ACQUADIMARE… COSA NE PENSATE?
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Apprezzo l’iniziativa, sono un torinese che ha tre barche a vela latina e un First 31,7, dico questo non per tirarmela ma perche’ho notato quanto sia tanto piu’importante mantenere l’ordine delle cime su una piccola barca rispetto ad una grande. Comunqua anche su un cabinato tutto deve essere al suo posto e tutto l’equipaggio deve conoscere le varie allocazioni. Ho molto da imparare e quindi aspetto il prosieguo dello scritto.
Buon vento!