UOMO A MARE nel Golfo dei Poeti!!!
articolo di Attilio Cozzani
Lascio ad altri il racconto ed i risultati della regata, a caldo, solo il racconto di chi ha vissuto questo recupero.
…ci voleva lo Yacht Club Parma a movimentare questo caldo sabato di maggio e…. meno male che l’uomo in mare sapeva nuotare!!! Ebbene sì, in questo 4° Trofeo Allodi c’è scappato anche l’uomo a mare, sembrerebbe sia stato perso da Madrigale. Mentre navigava con gennaker a riva, con un bel vento che al momento soffiava con raffiche anche superiori ai 15 nodi, una svista e… oplà, un bel tuffo in mare per il povero sfortunato velista che comunque tanto sfortunato, non è stato! Da quelle parti infatti passava Top Yacht Race di Stefano Antognetti con a bordo la Dott.ssa Gagnatelli che, in quel momento secondo, richiamato alla voce da Madrigale in difficoltà ad intervenire con il gennaker che dava qualche problema di ammainata, ha marinescamente rinunciato alla rincorsa per il primo posto per tirar fuor d’acqua il poveretto. Alla fine, solo un bello spavento, un pò di freddo e una scarpa persa! Poteva andar peggio!!! La Dott.ssa Gagnatelli ha commentato: “appena mi ha visto, il paziente mi ha chiesto la respirazione bocca a bocca, ma reputato lo stato di choc ho pensato fosse meglio metterlo a lavorare ai winches!“. Peccato che il Comitato di Regata al termine della regata non abbia concesso un’adeguata riparazione d’ufficio a Top Yacht, ma le regole son regole e visto che Top Yacht non ha fatto richiesta è giusto non concedergli abbuoni.
p.s. Caro Stefano, un consiglio, la prossima volta, fai finta di non sentire e di non vedere, ti conviene!!!
p.p.s. Purtroppo Stefano, amico nonchè titolare della Scuola Nautica Top Yacht, raggiunto telefonicamente, mi ha già detto che se dovesse risuccedere, lo rifarebbe altre 100 volte! Bravo Stefano… spero solo di non essere il prossimo!!!
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L’argomento trattato è VERAMENTE serio e da tenere certamente in considerazione. Non tralasciamo, però, l’ostentazione di certe imbarcazioni! Ieri si sono viste barche con a bordo “villegianti” (non mi ritengo un esperto…) e famiglie accampati nei pozzetti “gaudenti e ridenti” fare delle manovre al limite della sicurezza e dove si metteva a rischio l’incolumità altrui. Quindi , dal mio punto di vista, ognuno dovrebbe valutare le proprie capacità e quelle del proprio equipaggio e agire preventivamente per evitare incidenti di qualsiasi tipo (specialmente quando cambiano gli indici di vento!!!) Voler “domare” un Jennaker con 15/20 nodi di vento richiede una notevole preparazione e reazione da parte di tutti.
ONORE a YATCH TOP RACE per lo spirito marinaresco dimostrato!!!
Un grazie a tutti per lo spedido pomeriggio in acqua,
un grazie ad Attilio per ospitare questi commenti e per avere affrontato un argomento molto delicato come la SICUREZZA IN MARE,
un altro grazie ad Attilio per i suoi consigli, in barca, con voce molto “delicata” e “lieve”…
Carlo G.
Caro Atty
in effetti non c’è stato bisogno del dottore per il povero Michele! Ma andiamo con ordine
Mi sa che i nodi erano più di 15, si vedevano le ochette e io tremavo al pensiero di cambiare per la quarta volta il fiocco e mettere su il 3. Stavamo concludendo con un bel testa a testa con GLS Stella la terza bolina della seconda prova quando abbiamo visto una barca che arrivava di poppa in evidente difficoltà con il jennaker. L’equipaggio si sbracciava e indicava un punto poco più avanti dove si scorgeva la piccola sagoma: una testa e un braccio alzato. Abbiamo poggiato leggermente e abbiamo raggiunto e raccolto il ragazzo in acqua. Ci ha subito detto di stare bene, di chiamarsi Michele e di essere caduto dall’imbarcazione Madrigale in seguito a una bomata durante una strambata accidentale. Michele era tranquillo e scherzava, non sembrava molto provato dall’esperienza. Confesso che a me invece sono venuti i brividi.
Abbiamo poi continuato la regata concludendo secondi in reale (in compensato non lo so ancora). Non è la prima volta che vedo un uomo a mare, l’anno scorso durante un impegnativo e ventoso trofeo Pirelli avevamo visto la stessa tremenda scena della testolina e del braccio alzato, ma ogni volta che mi trovo a prua appesa in qualche posizione precaria penso a quanto sia importante non sottovalutare i rischi che corriamo – soprattutto noi prodieri, ma anche in pozzetto, bomata docet – e a quanto facilmente un attimo di distrazione, l’inesperienza o l’incoscienza possono tramutarsi in pericolo reale.
Ciao Atty e grazie come sempre dei tuoi aggiornamenti
Alessandra (Drssa Gagnatelli di cui sopra)