APPunti di Viaggio #001
La Spezia, 14 ottobre 2020
Inizia oggi una nuova rubrica dedicata ai ricordi di chi, nello scorso secolo ha compiuto imprese memorabili.
Iniziamo con una storia andata a buon fine, un’impresa di 2 matti ai quali se ne sono aggiunti altri strada facendo… ma leggiamo il breve racconto riassunto in un post su Facebook da quello che diventerà poi un mago della progettazione nautica italiana e non solo… Alessandro Paganini.
Lago salato Chott el Jerid, 1999.
Notare il segno di pace sulla vela, fu molto apprezzato dai tanti amici conosciuti sul posto che ci aiutarono nelle mille riparazioni e modifiche sul posto: PEACE!
E’ tutta italiana la prima avventura no-limits del duemila. Si chiamerà “Fly Shuttle 2000 : missione Università della sabbia” e partirà da Milano il 6 febbraio. Sarà una sfida col deserto del Sahara a bordo di una modernissima “barca a tre ruote”.
Obiettivo: il salvataggio di migliaia di antichi manoscritti arabi.
A metà tra lo sport estremo, la sperimentazione di tecnologie avanzate e la missione culturale, sei intrepidi “marinai del deserto” attraverseranno 1.800 chilometri di Sahara a bordo di Fly Flash, un veicolo assolutamente ecologico: propulsione eolica grazie alle vele e tre ruote con speciali sospensioni per correre lungo le piste del Sahara. Obiettivo della spedizione: consegnare attorno ai primi di marzo alle autorità locali, 100 teche appositamente ideate per salvare dal degrado una parte degli oltre 40mila manoscritti arabi dell’oasi di Chinguetti in Mauritania risalenti al XIV-XV secolo. I testi tutelati, dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, sono conservati all’interno di semplici costruzioni di pietra o terra (le cosiddette “Università della sabbia”). A proteggerle solo vecchie custodie per il trasporto con i cammelli che però possono ben poco contro gli agenti atmosferici. L’iniziativa è sostenuta dal comune di Lerici e dalla Shuttle, società specializzata in sistemi di archiviazione e conservazione che ha realizzato le speciali teche con ph neutro.
I costruttori hanno definito il Fly flash “una barca con le ali che vola nel deserto”. Un concentrato di tecnologia, un po’ barca, un po’ aereo, un po’ bolide di Formula uno. Come una barca da regata ha un modernissimo scafo in resina epossidica e fibre biassali e di carbonio lungo 510 centimetri e largo 233. I cerchi delle ruote sono in titanio e molti componenti in alluminio, per assicurare contemporaneamente resistenza e leggerezza. Ha un timone in tutto identico a quello di una barca, un albero di sette metri e settantacinque centimetri capace di ospitare 15 metri quadri di vele. Come un aereo ha due ali, progettate per sfruttare al meglio le correnti e raggiungere facilmente i 90 chilometri all’ora con due uomini a bordo. Come un’automobile, ha le ruote, ma soltanto tre: due anteriori e una posteriore che dà la direzione al mezzo attraverso il timone. A bordo del Fly flash ci sono poi altre dotazioni utili e rispettose dell’ambiente, come una batteria a energia solare che consente l’uso del navigatore Gps e della radio di bordo e uno scomparto della scocca per la conservazione dei rifiuti non biodegradabili.
Il team partirà dalla splendida località marina di Lerici, in provincia di La Spezia, alla volta del porto spagnolo di Algeeiraz. Da qui si imbarcheranno per Tangeri, in Marocco. Raggiunta poi la località di Laayoune e verificate le condizioni metereologiche, il veliero percorrerà un tratto di 450 chilometri di deserto, fino alla città di Dakhala. Da qui a causa delle accidentate caratteristiche del suolo, il veliero sarà trasportato da un camion fino a Nouadhibou. Il secondo tratto a bordo della “nave volante” di oltre 1300 chilometri, porterà i 6 “navigatori del deserto” presso l’oasi di Chinguetti, dove consegneranno alle autorità locali le speciali teche.
Dopo tre anni di lavoro, ricerche e progetti il sogno di Mauro Melis, timoniere di Fly flash, è diventato realtà: “La possibilità di realizzare un veliero tecnologicamente molto avanzato è stata una grossa spinta a iniziare il progetto, ma la forza di andare fino in fondo ce l’hanno data gli occhi dei nostri ragazzi”. I “ragazzi” sono quelli della comunità di recupero per tossicodipendenti di Sarzana guidata da Don Martini, con i quali Melis e il resto del gruppo hanno sviluppato il primo prototipo. Melis, 42 anni progettista navale ed esperto in carene per alta velocità, frequenta le barche a vela da quando di anni ne aveva undici. Sarà lo skipper della missione, insieme a un altro marinaio di rango : Alessandro Bertagna, figlio di marinai, protagonista per il Wwf delle campagne di censimento delle tartarughe e di altre missioni a sfondo ecologico. Al loro fianco ci saranno un medico, Valeria Gamba, un preparatore atletico, Susanna Vannini, il tecnico di bordo Marco De Muro, sempre pronto a verificare l’efficienza del Fly flash e Marco Decio, rappresentante ufficiale di Shuttle.
…e dopo qualche giorno:
FLY SHUTTLE 2000: MISSIONE COMPIUTA
Milano, 22 feb. (Adnkronos)
L’operazione ‘Fly Shuttle 2000: missione Universita’ della Sabbia’ ha raggiunto e centrato l’obiettivo. Dopo avere percorso 1200 km di deserto ad una media di 90/100 km/h, 6 marinai del deserto, guidati dagli skipper Mauro Melis e Alessandro Bertagna, raggiunta l’oasi di Chinguetti, hanno infatti consegnato il 20 febbraio alle autorita’ mauritane le teche a ph neutro per la conservazione di parte dei 40 mila antichi manoscritti arabi in pericolo.
La missione in barca a vela nel deserto, resa possibile dallo sponsor Shuttle, societa’ di consulenza e servizi per l’archiviazione) aveva lo scopo di portare alla ribalta dell’opinione pubblica la situazione critica in cui versano 40 mila antichi manoscritti arabi in pericolo, custoditi all’interno di tende e costruzioni di pietra (le universita’ della sabbia) nell’oasi mauritana di Chinguetti. Il team ha incontrato ottime ondizioni atmosferiche, un vento forte che ha permesso di coprire senza alcuna interruzione la fascia desertica del Marocco e di inoltrarsi con decisione nel Sahara della Mauritania.